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METAMORFOSI // OCHO Collective

Descrizione progetto

Metamorfosi nasce a dicembre 2024, è stato realizzato in occasione dell’esposizione di autoproduzioni organizzata dall’archivio tipografico per natale. È stato prodotto a mano in una tiratura limitata di 20 copie.

Concept:
Il progetto raffigura una metamorfosi non lineare, ma dinamica e spasmodica. Il punto di maggiore tensione ed energia della trasformazione infatti è riposto al centro, nella fase limite fra la forma umana e animale, che rappresenta il punto di svolta a livello semantico ma anche a livello di raffigurazione: il soggetto si contorce su se stesso, si apre, e poi si richiude, tornando statico.\nLe illustrazioni si caricano di significato sia nella raffigurazione dei soggetti che nei tratti, che si puliscono e definiscono con l’avanzare delle fasi.\nLa produzione è realizzata in cianotipia, una tecnica che offre una resa precisa ma imperfetta e campiture intense ma disomogenee, rispecchiando l’organicità del concept.\nLe copertine sono realizzate in cianotipia e linoleografia, due tecniche che riescono a stravolgersi a vicenda: il blu della cianotipia torna soggetto principale invece che sfondo, mentre le forme precise scavate nel linoleum acquistano una texture organica grazie alla cianotipia.

Bio:
Sono un ragazzo del 2003, nato e cresciuto a Torino, dove ho frequentato il Liceo Scientifico e dove frequento la facoltà di Design e Comunicazione al Politecnico.\nNel 2022 insieme a 3 compagne di corso e a un’illustratrice ho fondato OCHO: un collettivo di stampa artigianale e illustrazione per portare avanti la nostra ricerca grafica e la nostra sperimentazione visiva e tecnica. Ci occupiamo di stampa “casalinga” come cianotipia e linoleografia, di illustrazione e di progettazione editoriale.

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P[h]ost Earth: Uno scatto postfotografico del rapporto Uomo-Natura // Serena Troisi

Descrizione progetto

Questo progetto di tesi nasce da mesi di ricerca iconografica e bibliografica condotta nell’estate del 2024. P[h]ost si propone di individuare un linguaggio visivo capace di raccontare l’Antropocene, coinvolgendo attivamente lo spettatore. Il progetto offre una nuova prospettiva sul nostro impatto ambientale attraverso una raccolta di immagini che, pur apparendo postfotografiche e surreali, rivelano le reali tracce lasciate dall’uomo. Si tratta di un lavoro inedito e curatoriale, mai esposto o presentato in concorsi.

Concept:
l libro-mostra P[h]ost indaga un filone della postfotografia, in cui l’immagine manipolata, satellitare o innaturale diviene forma d’arte e strumento attraverso il quale esprimere il rapporto dell’essere umano con la fotografia nella seconda rivoluzione digitale.\nOggi la fotografia è ovunque e alla portata di tutti, spesso a discapito della veridicità e autenticità di ciò che ci circonda. Ma se usassimo la bugia delle immagini surreali, inevitabilmente manipolate e digitali, per raccontare invece qualcosa di reale? Questo\nvolume si propone come mostra portatile, in cui le immagini divengono spazio, capace di rappresentare il reale in forme inedite ed insolite, approfondendo il legame della postfotografia con l’Antropocene, l’ambiente e le nuove tecnologie. Si tratta di una raccolta di voci e immagini provenienti da tutti coloro utilizzano le nuove tecniche fotografiche, per proporre un cambio di prospettiva, per sfruttarne la potenza espressiva e per evocare riflessioni sulle tematiche ambientali attuali e sul nostro rapporto con il pianeta Terra.

Bio:
Sono nata e cresciuta a Venezia, dove ho iniziato la mia formazione come designer dopo il Liceo Classico F. De Sanctis di Salerno. Laureata con 110 e lode in Design del Prodotto e della Comunicazione Visiva e Interni allo IUAV, ora frequento la magistrale in Comunicazione Visiva al Politecnico di Milano. Il design è centrale nella mia vita, ma amo anche viaggiare, fotografare, dipingere, cucire e il videomaking, passioni che rappresentano per me importanti mezzi d’espressione.

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Sokos: per una eterna guarigione // Letizia Monti

Descrizione progetto

Il progetto editoriale presentato è parte di un più ampio lavoro di brand identity applicato all’ideazione di un’ipotetica religione, sviluppato durante il laboratorio di comunicazione tenuto dal professor Stefano Rovai.\nIl Sacro Bugiardino, composto da due volumi, rappresenta il libro sacro di Sokos: la religione dell’eterna guarigione.

Concept:
Sokos, dal greco “sano e salvo,” è la religione della guarigione perpetua, un’aspirazione eterna e ciclica per una vita immune da ogni male. \nIl progetto affronta in modo critico e ironico il tema della cura, interrogandosi sulla sempre più attuale necessità di essere in costante salute e proponendo, con Sokos, una panacea tanto divina quanto effimera: una pillola capace di alleviare ogni malessere momentaneo.\nIl progetto interpreta in modo atipico il concetto di immagine coordinata, applicandolo all’ideazione di una religione. La narrazione si sviluppa in due volumi che rappresentano il “Sacro Bugiardino”, il cui formato richiama i foglietti illustrativi. Il libro racconta la ricerca e la costruzione del pharmakon attraverso un percorso fotografico che sfruttando la tecnica della cianotipia, con il suo carattere metamorfico, rafforza l’idea di un processo tra scienza e alchimia: le immagini si trasformano gradualmente, passando da analogico a digitale, da indefinito a definito. Il formato stesso gioca sul contrasto tra rivelare e celare, svelandosi solo all’apertura completa del volume.

Bio:
Frequentiamo l’ultimo anno di magistrale in Design della Comunicazione presso lo Iuav di Venezia e ci siamo ritrovat* a lavorare insieme per la prima volta per questo progetto. I nostri background sono molto diversi tra loro: Alessio proviene dalla facoltà di disegno Industriale e Ambientale di Camerino; Gaia dal politecnico di Torino; Claudia dal curriculum di design industriale e multimedia allo Iuav; Letizia da Grafica d’arte all’accademia di belle arti di Urbino e Zhoe in Erasmus dalla Cina.

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Myconismo// Vittoria Ambrosi, Elena Arnoldi, Jenny Boato, Angela Trolese

Descrizione progetto

Il progetto Myconismo nasce all’interno di un laboratorio di comunicazione dell’Università Iuav di Venezia, sviluppato a partire dal brief “Non c’è più religione”. L’obiettivo era ideare una nuova religione da zero, definendone sia i principi che l’identità visiva. Il cuore del progetto è un editoriale che funge al contempo da libro sacro della religione. Attualmente il progetto non è stato candidato per altri concorsi, ma è stato esposto durante l’open day dell’Università Iuav.

Concept:
Il Myconismo è la religione che vede nei funghi entità sacre da cui deriva ogni cosa. I funghi rappresentano la manifestazione della divinità Mycon, una spora fungina creatrice della vita, il cui micelio si estende dal centro della Terra. Mycon separa la sua essenza divina in corpo, il micelio che sostiene il pianeta, e coscienza, custodita in una dimensione parallela accessibile solo ai profeti. La religione propone una visione del mondo de-antropocentrata, fondata sull’unione armonica dei tre regni naturali. Il progetto si ispira alla biologia dei funghi e alla loro mitologia nelle diverse culture, esplorando una varietà di tecniche grafiche, digitali e analogiche: dall’utilizzo della tipografia espressiva, integrata alle illustrazioni e alla fotografia, all’utilizzo di vere spore print ricavate dall’impronta dei funghi.

Bio:
Siamo quattro studentesse che stanno conseguendo il corso di laurea magistrale in Design della Comunicazione allo Iuav di Venezia. \nLavorare insieme per noi è un valore aggiunto: il confronto e la condivisione di idee ci permettono di sviluppare nuove soluzioni e progetti concreti e ben strutturati.\nLe nostre competenze complementari, ci consentono di affrontare ogni lavoro con una visione multidisciplinare, garantendo qualità ed efficienza in ogni fase del processo.

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Metamorfosi digitali. La rappresentazione del sé tra autenticità e finzione // Monica Licciardello

Descrizione progetto

Il progetto di tesi magistrale – anno accademico 2023/24, relatore Francesco Delrosso – indaga il divario esistente nell’immagine del sé tra la vita reale e la sua rappresentazione online. Il progetto si compone di un libro di ricerca e di un volume fotografico.

Concept:
La ricerca esplora la pratica della manipolazione digitale nella selfie culture. Dalle sperimentazioni artistiche degli anni ‘70 alle moderne AI, emerge come i confini tra autenticità e finzione siano labili. Ci si chiede, quindi, fino a che punto si possa manipolare la propria immagine online senza farla diventare altro da sé.Cosa succede quando abbiamo di fronte agli occhi uno specchio che ci mostra la nostra immagine che si allontana da quella di partenza? Quanti step dobbiamo effettuare prima che il nostro viso si conformi ai canoni sociali che inquadrano la bellezza entro un perimetro ben definito, fatto di occhi sempre un po’ più grandi, di zigomi sempre un po’ più in su, di pelle sempre un po’ più levigata, di capelli sempre un po’ più voluminosi? Per esplorare questa tematica, ho utilizzato il mio volto per cercare di ottenere una versione “perfetta” di me stessa, per riflettere su quanto possa diventare inquietante e ossessiva la ricerca di una versione idealizzata del sé.

Bio:
Monica Licciardello nasce a Catania nel 1997. Nel 2019 consegue il Diploma Accademico di I Livello in Progettazione Artistica per l’Impresa presso l’Accademia ABADIR di Catania. La sua tesi viene inclusa nella Targa Giovani di ADI Design Index 2020. Dopo uno stage ad ABADIR, ottiene nel 2024 il Diploma Accademico di II Livello in Progettazione Grafica Editoriale all’ISIA di Urbino. Oggi lavora come graphic designer freelance e Cultrice della Materia per il corso di Grafica II presso ABADIR.

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Human Trace // Davide Vallati

Descrizione progetto

Il progetto, realizzato nel laboratorio di immagine e storytelling con il professor Giacomo Fragapane, esplora il lato nascosto delle città, focalizzandosi sulla questione dei rifiuti e sul loro impatto sull’ambiente urbano.

Concept:
“Human Trace” esplora il lato nascosto dell’ambiente urbano attraverso la fotografia dei rifiuti, mettendo in luce l’impatto dell’inquinamento e il ciclo di consumo. Il progetto, composto da 9 serie di 9 scatti ciascuna, documenta 81 prodotti per evidenziare la loro transizione da oggetti di uso quotidiano a scarti. Isolando questi elementi dal loro contesto, emergono texture, dettagli e segni di decadimento, testimoniando il passaggio dal consumo allo scarto. La scelta di fotografare prodotti elettronici e eco-friendly sottolinea come i rifiuti stessi siano in continua evoluzione, diventando memoria di un’epoca. Roma, con il suo contrasto tra storia e criticità ambientali, diventa il palcoscenico di questa riflessione sulla società consumistica e sulla necessità di ridurre, riutilizzare e riciclare.

Bio:
Laureato in Design Industriale e Ambientale alla SAAD Unicam di Ascoli Piceno, sta attualmente conseguendo la laurea magistrale in Design, Multimedia e Comunicazione Visiva presso la Sapienza di Roma.

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Lunaria // Giorgia Alborghetti

Descrizione progetto

Il progetto, non candidato ad altri concorsi, è stato realizzato nell’inverno 2024/2025 per un esame universitario. L’obiettivo era creare un editoriale sul rapporto uomo-macchina con focus sull’intelligenza artificiale, integrando le competenze acquisite durante il triennio.

Concept:
Il progetto editoriale affronta il tema del rapporto tra l’essere umano e l’intelligenza artificiale. La riflessione inizia con l’invidia verso l’AI, vista come una perfezione priva di fragilità. Tuttavia, il percorso evolutivo della narrazione porta a una rivalutazione della fragilità come elemento intrinseco e prezioso dell’uomo, una qualità che conferisce profondità e significato alla vita. Per esprimere questo concetto, sono stati utilizzati diversi linguaggi espressivi, tra cui la cianotipia, la fotografia, l’illustrazione e il lettering. Il cianotipo, scelto per la sua manualità e bellezza analogica, rappresenta il contrasto tra l’artigianalità e la tecnologia. Le immagini sono state poi integrate con illustrazioni e tipografia, creando un dialogo visivo che esplora la dualità tra la perfezione tecnologica e la vulnerabilità umana. Il risultato finale è un editoriale che celebra la fragilità come una delle forze più autentiche e distintive dell’essere umano.

Bio:
Sono Giorgia Alborghetti, studentessa al terzo anno di Graphic Design e Multimedia. Mi piace esplorare il design attraverso tecniche analogiche e digitali, cercando soluzioni che uniscano estetica e funzionalità. Mi affascina il contrasto tra stili puliti e minimalisti e approcci più materici e sperimentali. Per me la grafica è un equilibrio tra precisione e caos, un modo per dare forma ai miei pensieri.

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Voci dal Mediterraneo - Un sistema di valorizzazione territoriale e culturale sulle orme di miti e leggende // Maria Celeste Casolino

Descrizione progetto

“Voci dal Mediterraneo” nasce come tesi sperimentale durante la Laurea Magistrale in Design Della Comunicazione presso il Politecnico di Milano, in seguito alla proposta del Professor Luca Fois. Pubblicato a maggio 2023, non è mai stato candidato a nessun altro concorso e non è mai stato esposto.

Concept:
Il progetto esplora il tema il viaggio nel Mar Mediterraneo, immensa fonte di ricchezza naturale, economica e culturale da preservare e valorizzare. \n\nLe ricerche bibliografiche iniziali rivelano che il territorio in questione è stato sede di scambi e contaminazioni culturali, avvenuti attraverso secoli di traversate da parte di marinai, mercanti, condottieri, artisti, pellegrini e turisti, rendendo così il viaggio un elemento identitario della regione. Il focus si sposta poi sui personaggi, reali o mitologici, che hanno popolato le coste del Mediterraneo. \n\nPer tali ragioni, e per favorire la conoscenza del territorio, è stato affiancato all’artefatto editoriale un servizio digitale che prende il nome di “Sirene”, rivolto a tutti quei viaggiatori che vogliono entrare in contatto diretto con le realtà locali attraverso la scoperta dei miti e delle leggende dei personaggi legati a questo mare che accomunano i Paesi del bacino, al fine di “creare” un senso di appartenenza al territorio.

Bio:
Sono una giovane e curiosa Designer di 26 anni, basata a Milano ma orgogliosamente molisana. Ho conseguito la Laurea Triennale al Politecnico di Torino e la Magistrale al Politecnico di Milano, entrambe in Design della Comunicazione, arricchendo inoltre il mio percorso di studi con esperienze Erasmus presso l’Elisava (Barcellona) e l’ENSAD (Parigi).\nNel 2022 mi sono specializzata come UX/UI Designer in Frog, per poi approdare in DVRS, studio di consulenza web3 dove lavoro da circa due anni.

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Regime Ibrido // Celine Roberti

Descrizione progetto

Il progetto è stato creato nel gennaio 2024\nÈ nato da un esame universitario per il primo corso di magistrale.\nNon è mai stato candidato per altri concorsi.\nÈ stato esposto nel open lab del corso di design. (Una mostra interna all’Università.

Concept:
Il progetto è un lavoro di design speculativo che immagina un futuro in cui l’Italia del 2050 è governata da un regime ibrido, in bilico tra controllo digitale e forme di autoritarismo tradizionale. Il linguaggio utilizzato attinge al mondo dell’ASCII e del CAPTCHA, sfruttando la loro natura criptica per occultare messaggi di resistenza e promuovere un’idea anti-regime. L’ambiente narrativo è strutturato in modo da mostrare inizialmente la realtà opprimente del sistema, immergendo il pubblico nelle sue dinamiche di sorveglianza e cendura. Il progetto guida gradualmente verso una presa di coscienza, spingendo alla ribellione e alla ricerca di strumenti per sovvertire il potere imposto.

Bio:
Siamo quattro studenti della magistrale in Comunicazione allo IUAV, con background diversi, che si sono ritrovati nello stesso percorso. Due provengono dalla triennale IUAV, uno dall’Accademia di Belle Arti di Urbino e l’altro dal Politecnico di Milano.

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How to build a homea // Letizia Chesini

Descrizione progetto

La fanzine “How to build a home” è stata creata tra ottobre 2024 e febbraio 2025 come progetto di tesi in Design per l’Editoria del corso di biennio di Graphic Design dell’Accademia di belle arti di Roma. Si tratta di un progetto editoriale nato dalla riflessione riguardo alla attuale tematica dell’abitare. Questa è stata trattata in modo personale e intimo ed ha messo al centro del percorso progettuale il concetto di poligamia geografica. La fanzine è inedita, verrà presentata per la prima volta in sede di tesi il 12 marzo 2025.

Concept:
La fanzine “How to build a home” descrive il fenomeno della poligamia geografica, che indica la situazione di legame e relazione con persone che non si trovano nello stesso luogo in cui si vive. Un fenomeno facile da esperire nel mondo contemporaneo, in cui molte persone, per necessità o per volontà, si spostano dalla propria città o paese natale per vivere in luoghi diversi. Questa fanzine parla del vissuto di molti individui che hanno il bisogno di spostarsi per ricercare un futuro migliore, oppure per inseguire delle opportunità di vita. La narrazione avviene tramite testi e immagini che indagano un vissuto intimo e creano un percorso, diviso a brevi capitoli, che descrive il viaggio emotivo dalla partenza alla creazione di più dimore.\nLa fanzine si compone di 48 facciate, formato aperto A3 e chiuso A4. Presenta, a due centimetri dalla piegatura centrale, una fustellatura di 3×8 centimetri, che funge da maniglia. Il concept dietro alla forma dell’elaborato è infatti quello della casa-valigia. La maniglia nasce dall’idea di rendere la fanzine un oggetto trasformabile e versatile e allo stesso modo vuole richiamare l’idea del movimento, il viaggio e la ricerca, simulando una valigia. All’interno della fanzine è stato inserito un inserto che, presentandosi come un libretto d’istruzioni, permette la costruzione di una struttura in cartone sulla quale è possibile fissare la fanzine aperta a metà. Questa sovrapposizione dà vita ad un altro oggetto che risulta essere centrale nell’elaborato, ovvero la casa. Proprio per simulare la casa, la copertina di “How to build a home” è decorata da un pattern che ricorda le tegole di un tetto, mentre la rappresentazione è quella di una persona che cammina di porta in porta, di finestra in finestra. Trattandosi di una fanzine, e quindi di una forma editoriale estremamente libera, lo stile è configurato dalle scelte cromatiche, tipografiche e di trattamento delle immagini, mentre i contenuti rimangono vari. Sono infatti presenti testi, fotografie e illustrazioni e non esiste uno schema preciso di alternanza delle tecniche utilizzate, anche perché queste spesso si intrecciano, formando delle pagine variegate e dinamiche. Rimane estremamente rigida invece la scelta cromatica a tre codici colore. Questi si alterano solo per saturazione su una scala monocromatica, sono bianco, rosso e indaco.Il trattamento delle immagini si lega sempre alla necessità ambivalente di un richiamo visivo moderno, accostato a degli effetti tipici delle immagini analogiche. Il trattamento infatti sfrutta il disturbo dell’immagine tipico della grana sulle pellicole analogiche. L’effetto puntinato ricorda anche la scansione delle immagini tramite fotocopiatrice, impreciso e spesso mal regolato per quanto riguarda contrasti o esposizione. La monocromia nelle fotografie è una chiave fondamentale per permettere di visualizzare e, allo stesso tempo confondere, i vari elementi presenti nelle singole pagine. Questi effetti vengono riprodotti su ogni immagine fotografica, mentre viene lasciata inalterata quella che è la componente di illustrazione.La sperimentazione del prodotto editoriale si incentra soprattutto sull’utilizzo dei formati e dei materiali differenti: è infatti presente una pagina in acetato opaco che permette una sovrapposizione in trasparenza e una pagina con forature a forma di casa, per permettere la visualizzazione del testo da una parte all’altra. Queste scelte progettuali fungono da tramite materiale per la realizzazione concettuale delle emozioni descritte all’interno delle pagine.

Bio:
Letizia Chesini nasce a Trento nel 2000, si avvicina al mondo artistico inizialmente tramite la musica, consegue infatti il Diploma presso il Liceo Musicale F.A. Bonporti di Trento. Nel 2019 inizia a frequentare il corso di laurea triennale in Interfacce e tecnologie della comunicazione presso l’Università degli Studi di Trento, percorso che le permette di partecipare all’Erasmus plus in Germania, presso l’Università di Osnabrueck. Nel 2022, laureandosi con votazione 110L, diventa UX Designer e decide di completare il suo percorso con una laurea magistrale in Graphic Design. Per questo si sposta a Roma, dove frequenta l’Accademia di belle Arti, con laurea prevista a marzo 2025. Negli anni ha la possibilità di collaborare con diverse realtà territoriali e si specializza, tramite tirocinio e collaborazioni in grafica editoriale. Pubblica quindi la piccola raccolta illustrata “Fiabe allo Smartphone” ISBN 9788890713187, cura le illustrazioni della pubblicazione “Sette Novelle di Bianca Laura Saibante” ISBN 9788890713194 e si occupa del progetto grafico di “Culture Rigeneranti. Narrazioni, strumenti e reti. Gli enti culturali nella valorizzazione e riscrittura del patrimonio urbano” ISBN 9781298500105.

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