How to build a homea // Letizia Chesini
La fanzine “How to build a home” è stata creata tra ottobre 2024 e febbraio 2025 come progetto di tesi in Design per l’Editoria del corso di biennio di Graphic Design dell’Accademia di belle arti di Roma. Si tratta di un progetto editoriale nato dalla riflessione riguardo alla attuale tematica dell’abitare. Questa è stata trattata in modo personale e intimo ed ha messo al centro del percorso progettuale il concetto di poligamia geografica. La fanzine è inedita, verrà presentata per la prima volta in sede di tesi il 12 marzo 2025.
Concept:
La fanzine “How to build a home” descrive il fenomeno della poligamia geografica, che indica la situazione di legame e relazione con persone che non si trovano nello stesso luogo in cui si vive. Un fenomeno facile da esperire nel mondo contemporaneo, in cui molte persone, per necessità o per volontà, si spostano dalla propria città o paese natale per vivere in luoghi diversi. Questa fanzine parla del vissuto di molti individui che hanno il bisogno di spostarsi per ricercare un futuro migliore, oppure per inseguire delle opportunità di vita. La narrazione avviene tramite testi e immagini che indagano un vissuto intimo e creano un percorso, diviso a brevi capitoli, che descrive il viaggio emotivo dalla partenza alla creazione di più dimore.\nLa fanzine si compone di 48 facciate, formato aperto A3 e chiuso A4. Presenta, a due centimetri dalla piegatura centrale, una fustellatura di 3×8 centimetri, che funge da maniglia. Il concept dietro alla forma dell’elaborato è infatti quello della casa-valigia. La maniglia nasce dall’idea di rendere la fanzine un oggetto trasformabile e versatile e allo stesso modo vuole richiamare l’idea del movimento, il viaggio e la ricerca, simulando una valigia. All’interno della fanzine è stato inserito un inserto che, presentandosi come un libretto d’istruzioni, permette la costruzione di una struttura in cartone sulla quale è possibile fissare la fanzine aperta a metà. Questa sovrapposizione dà vita ad un altro oggetto che risulta essere centrale nell’elaborato, ovvero la casa. Proprio per simulare la casa, la copertina di “How to build a home” è decorata da un pattern che ricorda le tegole di un tetto, mentre la rappresentazione è quella di una persona che cammina di porta in porta, di finestra in finestra. Trattandosi di una fanzine, e quindi di una forma editoriale estremamente libera, lo stile è configurato dalle scelte cromatiche, tipografiche e di trattamento delle immagini, mentre i contenuti rimangono vari. Sono infatti presenti testi, fotografie e illustrazioni e non esiste uno schema preciso di alternanza delle tecniche utilizzate, anche perché queste spesso si intrecciano, formando delle pagine variegate e dinamiche. Rimane estremamente rigida invece la scelta cromatica a tre codici colore. Questi si alterano solo per saturazione su una scala monocromatica, sono bianco, rosso e indaco.Il trattamento delle immagini si lega sempre alla necessità ambivalente di un richiamo visivo moderno, accostato a degli effetti tipici delle immagini analogiche. Il trattamento infatti sfrutta il disturbo dell’immagine tipico della grana sulle pellicole analogiche. L’effetto puntinato ricorda anche la scansione delle immagini tramite fotocopiatrice, impreciso e spesso mal regolato per quanto riguarda contrasti o esposizione. La monocromia nelle fotografie è una chiave fondamentale per permettere di visualizzare e, allo stesso tempo confondere, i vari elementi presenti nelle singole pagine. Questi effetti vengono riprodotti su ogni immagine fotografica, mentre viene lasciata inalterata quella che è la componente di illustrazione.La sperimentazione del prodotto editoriale si incentra soprattutto sull’utilizzo dei formati e dei materiali differenti: è infatti presente una pagina in acetato opaco che permette una sovrapposizione in trasparenza e una pagina con forature a forma di casa, per permettere la visualizzazione del testo da una parte all’altra. Queste scelte progettuali fungono da tramite materiale per la realizzazione concettuale delle emozioni descritte all’interno delle pagine.
Bio:
Letizia Chesini nasce a Trento nel 2000, si avvicina al mondo artistico inizialmente tramite la musica, consegue infatti il Diploma presso il Liceo Musicale F.A. Bonporti di Trento. Nel 2019 inizia a frequentare il corso di laurea triennale in Interfacce e tecnologie della comunicazione presso l’Università degli Studi di Trento, percorso che le permette di partecipare all’Erasmus plus in Germania, presso l’Università di Osnabrueck. Nel 2022, laureandosi con votazione 110L, diventa UX Designer e decide di completare il suo percorso con una laurea magistrale in Graphic Design. Per questo si sposta a Roma, dove frequenta l’Accademia di belle Arti, con laurea prevista a marzo 2025. Negli anni ha la possibilità di collaborare con diverse realtà territoriali e si specializza, tramite tirocinio e collaborazioni in grafica editoriale. Pubblica quindi la piccola raccolta illustrata “Fiabe allo Smartphone” ISBN 9788890713187, cura le illustrazioni della pubblicazione “Sette Novelle di Bianca Laura Saibante” ISBN 9788890713194 e si occupa del progetto grafico di “Culture Rigeneranti. Narrazioni, strumenti e reti. Gli enti culturali nella valorizzazione e riscrittura del patrimonio urbano” ISBN 9781298500105.
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