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Giochi Preziosi: Osservatorio Critico sulle Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026 // Beatrice Citterio

Descrizione progetto

Giochi Preziosi è un’analisi visiva delle criticità del modello olimpico MICO2026 con un’attenzione speciale ai contesti locali e alle mobilitazioni urbane e montane che rivendicano un accesso democratico alle risorse materiali, sociali, culturali e ai servizi di base. Esposto alla Fondazione Marangoni a Firenze.

Concept:
Giochi Preziosi è un progetto editoriale sull’impatto delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 sui territori e sul loro rapporto con le dinamiche di sviluppo attuali. Nasce da una documentazione fotografica e informativa recuperata tramite la partecipazione a decine di incontri pubblici sia in città che nelle varie valli interessante, incluse varie mobilitazioni locali. La ricerca applica quindi la fotografia in modo trasversale, sia come documentazione che come strumento di analisi visiva analitica, con attenzione particolare a come i territori vengono sia mercificati per scopi promozionali esterni all’ambiente alpino che esteticamente promossi a fini turistici. La ricerca inizia a fine 2023 con la prima mobilitazione contro la famosa pista da bob a Cortina d’Ampezzo ed è attualmente ancora in corso.

Bio:
Dottoranda in Design per i Beni Culturali e Paesaggistici alla Libera Università di Bolzano, eco-social designer, graphic designer e fotografa si interessa di modifiche territoriali nel Nord Italia e delle implicazioni sociali ed ambientali della complessa relazione tra ambienti montani, pedemontani ed urbani.

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What's old? // enrico chiantello

Descrizione progetto

What’s old è un progetto di tesi composto in due parti, la prima di pura ricerca teorica sui meccanismi del pensiero creativo. La seconda parte è una rivista che mette in campo le ricerche sul pensiero creativo in maniera libera e dissacrante.

Concept:
Non serve necessariamente conoscere le novità per creare qualcosa di nuovo, il più delle volte basta guardare a cose vecchie sotto un’altra luce.\nDa questa dichiarazione, che spesso noi creativi dimentichiamo, nasce la rivista “what’s old” che si struttura in due sezioni: la prima contiene testi informativi, mentre la seconda è dedicata alle immagini. Ogni frase della prima sezione ispira la creazione di un’immagine specifica. Le immagini hanno un significato autonomo, ma quando vengono messe in relazione con la frase da cui sono tratte, ne assumono uno nuovo.\nTutte le immagini all’interno della rivista sono state pensate e create per il progetto, e sono stati coinvolti altri artisti visuali al di fuori di me.

Bio:
Sono Enrico Chiantello, Torinese classe 1999. Attualmente lavoro presso l’agenzia creativa Marimo, a Roma, come art director junior. Ho conseguito una laurea in Visual Communication Design, con specializzazione in Graphic Design, presso lo IED di Torino, e un master in Design dei Sistemi di Comunicazione presso l’ISIA di Roma. Sono appassionato di tutto ciò che ha a che fare con le immagini e trascorro il mio tempo esplorando la fotografia, il video design, il sound design e la modellazione 3D.

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DWA // Simona Asaro, Carolina Busignani, Evelin Collura e Livia Taiuti

Descrizione progetto

Il progetto è stato sviluppato dal gruppo come progetto d’esame per il laboratorio di comunicazione 1 del corso magistrale di Design della Comunicazione dell’università Iuav nel corso dell’anno 2024/2025 ed è stato esposto presso l’università stessa durante la giornata di open lab del 14/02/2025

Concept:
Il laboratorio in questione è stato incentrato su design futures e visualizzazione dati con lo scopo di creare una Public Future Zine. L’ambito di ricerca che ci è stato assegnato si inserisce nella macro-area “Tecnologie Emergenti e Diritti Digitali”, con un focus specifico sulla tematica “Diritti dei lavoratori nell’economia digitale”. Abbiamo deciso di creare un sindacato dei lavoratori digitali del 2050, la Digital Workers Alliance (DWA). La struttura narrativa del nostro fascicolo (non rilegato) si è sviluppata secondo un doppio senso di lettura: le pagine dell’elaborato possono essere prese singolarmente e usate come manifesti per la promozione del sindacato e per la pubblica informazione, ma anche lette secondo il senso di lettura classico dello sfogliabile. La disposizione degli argomenti segue una prima introduzione al 2050 e al sindacato a cui segue una descrizione degli obiettivi che esso intende raggiungere: salari equi, Universal Basic Assets, assistenza sanitaria garantita, diritto alla riconversione del lavoro e trasparenza degli algoritmi. Abbiamo scelto di utilizzare personaggi di quadri riconoscibili per rappresentare i lavoratori del sindacato.

Bio:
Sono una studentessa di 22 anni, originaria di Salemi (TP) e attualmente sto frequentando il corso di laurea magistrale di Design della Comunicazione presso l’Università IUAV.\n

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Ninin, Il ricordo del'acqua // Arianna Casarin

Descrizione progetto

Il progetto è nato come tesi di laurea, sviluppato tra luglio e novembre 2024. Prende forma dall’esigenza di esplorare una realtà in modo più profondo e completo, analizzando la storia di un luogo (Como) sia da una prospettiva oggettiva che soggettiva. La Storia non è solo una sequenza di eventi, ma un intreccio di esperienze, emozioni e vissuti individuali. Questo dualismo mi ha spinto a utilizzare due registri narrativi distinti all’interno dello stesso libro, alternando il racconto degli eventi alla dimensione più intima e personale. Non è mai stato esposto e non è mai stato candidato ad altri concorsi.

Concept:
Il progetto nasce dal ritrovamento di diari scritti dai nonni dell’autrice tra il 1941 e il 1958, con l’obiettivo di riscoprire storie dimenticate della città di Como. Attraverso la cronologia dei diari, si esplora in particolare il periodo della Seconda guerra mondiale e quello immediatamente successivo. Il lago di Como, noto per la sua bellezza, è stato anche teatro di eventi storici rilevanti, come la cattura di Mussolini.\nLa mia ricerca intreccia la storia ufficiale con le memorie personali dei diari, offrendo uno sguardo più umano e intimo su quel periodo. Il progetto si sviluppa in due narrazioni parallele: una presenta il punto di vista delle generazioni moderne, con una palette di toni blu ispirata al lago, scritta in italiano e in stile libro illustrato; l’altra racconta la storia dal punto di vista di una bambina, Rita Dell’Acqua, cresciuta in quegli anni. Questa sezione, in stile fumetto e scritta in dialetto comasco, utilizza colori più accesi e vivaci per rappresentare l’ingenuità della bambina e la sua percezione della storia. Nel libro sono presenti fotografie e documenti storici, ritrovati negli archivi della città e in collezioni private.\nIl libro, che si sviluppa su 144 pagine (escluse copertine e risguardi), unisce così testi, immagini e memorie, dando vita a una narrazione ricca di emozione e realtà storica, con un mix di linguaggi e stili visivi che coinvolgono il lettore a 360 gradi.\n

Bio:
Mi chiamo Arianna Casarin e sono una giovane grafica, laureata presso la Libera Università di Bolzano – Bozen nel novembre 2024. Durante i miei studi, ho avuto modo di sviluppare una solida preparazione in ambito grafico, con un focus sula grafica editoriale e la comunicazione visiva. L’approccio pratico del percorso universitario mi ha permesso di lavorare su progetti concreti, rafforzando la mia capacità di affrontare sfide creative e di trovare soluzioni visive efficaci, sempre orientate agli obiettivi.Sono una persona entusiasta, curiosa e determinata, con un grande interesse per il design e il suo impatto comunicativo.

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Questioni di genere // Marina Ditillo

Descrizione progetto

“Questioni di genere” è l’elaborato di tesi triennale presso il Politecnico di Bari. Fa parte di una collana editoriale chiamata “IRA: Incitiamo Reazioni Attive” che mira a sensibilizzare sui temi della violenza di genere sotto diversi aspetti. Il mio volume analizza la discriminazione di genere che passa attraverso il linguaggio e che spesso sembra essere invisibile.

Concept:
La lettera come elemento visivo è il punto di partenza del progetto, un esperimento di antropomorfizzazione della tipografia. Ogni carattere, curva e spazio diventano elementi progettuali che trasmettono emozioni, sensazioni e significati. Gli elementi visivi assemblati fungono da protagonisti, guidando l’intero racconto.\nLe lingue neolatine distinguono due generi grammaticali, maschile e femminile, associati a specifiche declinazioni nominali. In italiano, la desinenza -O è generalmente legata al maschile singolare, mentre -A al femminile singolare, salvo eccezioni. Basandosi su questa distinzione, le due vocali antropomorfizzate diventano i personaggi principali della narrazione, rappresentando rispettivamente il genere maschile e quello femminile.\nLe illustrazioni progettate sfruttano le tecniche della tipografia espressiva per tradurre visivamente i concetti teorici discussi. Lettere vengono distorte, ingrandite, sovrapposte o frammentate; simboli tipografici assumono nuovi significati attraverso il loro posizionamento e la loro interazione; interi caratteri tipografici vengono reinterpretati per evocare emozioni o rappresentare idee.La sezione conclusiva presenta una guida concisa per una comunicazione più rispettosa e inclusiva, offrendo suggerimenti pratici e immediatamente applicabili.

Bio:
Mi chiamo Marina Ditillo e sono una studentessa del corso magistrale in Design della Comunicazione all’Università Iuav di Venezia. Mi sono laureata nel 2024 in Disegno Industriale presso il Politecnico di Bari. Sono affascinata dalla grafica in tutte le sue forme e credo che la comunicazione visiva sia un potente strumento per raccontare storie e connettere le persone.

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NICE TO MEET YOU. The independent magazine for intercultural dialogues. // Silvia Tanasini

Descrizione progetto

NICE TO MEET YOU è una rivista nata dalla consapevolezza che tutti viviamo l’interculturalità e che il dialogo interculturale è la chiave per rendere il diverso possibilità e risorsa. NTMY è un progetto di tesi magistrale presso il Politecnico di Milano. Non è mai stata candidata o esposta.

Concept:
NTMY si pone di trattare il dialogo valorizzando il relativismo culturale e gli scarti tra punti di vista diversi sul mondo. Il concetto di dialogo interculturale permea il progetto ed è visibile in tutte le parti che lo compongono: l’artefatto, i suoi contenuti e le scelte grafiche. Ad esempio la rilegatura (filo refe a vista) è una metafora del dialogo interculturale: così come le segnature cucite insieme formano un oggetto nuovo, così funziona un dialogo. L’indice è strutturato in tre sezioni e propone al lettore quattro tipologie di contenuto. Ognuna prevede un’interazione diversa tra redazione, autori e lettori. L’impaginazione del testo riflette queste dinamiche visualizzandole ed esplicitandole sulla pagina attraverso un uso sperimentale della griglia, la sovrapposizione di codici comunicativi diversi (testo, foto e illustrazioni) e l’uso di un carattere tipografico dalle forme simboliche.

Bio:
Sono una designer della comunicazione freelancer. Nei progetti mi faccio guidare dalla mia curiosità e solarità, oltre che da una buona dose di ricerca, per rendere accessibili idee e storie creando spunti per conversazioni e dialoghi. Ho studiato al Politecnico di Milano dove ho fatto mio un approccio al progetto incentrato sull’utente e sull’empatia. Tutto questo va a braccetto con la mia passione per il design editoriale e per la visual identity.

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Viva // Giulia Braga, Francesco Ariotti, Pietro Tumminello

Descrizione progetto

Il progetto Viva è un inno ai piaceri della vita, nato da un brainstorming di gruppo per creare un progetto editoriale che celebrasse le esperienze, i dettagli quotidiani e le emozioni che caratterizzano l’essere ventenni. Strutturato in ordine cronologico, riflette in tre blocchi le diverse prospettive degli autori. Creato tra gennaio e febbraio di quest’anno da Adoggi studio, non è mai stato pubblicato, né candidato ad altri concorsi o esposto.

Concept:
Viva nasce come celebrazione delle cose che amiamo, un racconto visivo di ciò che ci definisce e ci sostiene nei momenti di incertezza. Attraverso un linguaggio che mescola grafica, arti visive e diverse tecniche di stampa, il progetto esplora la relazione tra identità e memoria, tra leggerezza e profondità. Ogni elemento visivo è legato a un’età, non per definirne l’importanza, ma per ancorarlo a un momento della nostra vita. I tre blocchi riflettono esperienze personali diverse, mantenendo un dialogo comune attraverso un’estetica condivisa. L’approccio visivo e sperimentale è stato fondamentale per tradurre in immagini emozioni e ricordi, rendendo il progetto un archivio personale e collettivo di ciò che ci fa sentire vivi.

Bio:
Adoggi è una piccola realtà di visual design che nasce a Brescia da: Francesco Ariotti, Giulia Braga e Pietro Tumminello. Siamo 3 ragazzi che si sono incontrati all’università e hanno voluto unire le proprie passioni e le proprie energie in questo progetto che essenzialmente vuole essere lo specchio della nostra visione di fare design. Ognuno di noi sta parallelamente facendo il proprio percorso lavorativo, per questo vogliamo tenere Adoggi studio come una valvola di sfogo ed un modo per presentare cose che ci piacciono (dal branding, a minivideo delle nostre esperienze, a partecipazioni a concorsi ecc.)

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The impact of the internet // Giovanni Foppiani

Descrizione progetto

Progetto editoriale (non ancora esposto) nato dalla tesi ISIA Firenze sull’impatto ambientale di internet e la sostenibilità digitale. La ricerca indaga l’ecosistema digitale uomo-interfaccia e si sviluppa con Criticity portando alla progettazione di un sito a basse emissioni che amplifica la divulgazione del progetto.

Concept:
L’editoriale esplora l’impatto ambientale di internet, il design web sostenibile e il rapporto uomo-digitale tramite una strategia visiva che integra elementi iconici del digitale: metodo RGB, layout web ed estetica low-tech. L’approccio grafico ibrido non è una scelta puramente formale, ma rafforza i contenuti della ricerca ispirata alla teoria degli “iperoggetti” di Timothy Morton, integrando infografiche e un uso brutalista degli schermi digitali come illustrazioni concettuali. Questi elementi restituiscono la complessità di fenomeni come internet, difficili da percepire nella loro totalità, ma con impatti concreti.\nIl progetto utilizza il linguaggio visivo come strumento critico, trasformando gli elementi grafici in mezzi per analizzare e mettere in discussione il sistema che rappresentano. La sovrapposizione tra forma e contenuto genera un meta-discorso sul digitale e il suo impatto ambientale, aprendo la strada a nuove visioni collettive di ecosistemi tecno-sociali sostenibili.

Bio:
GIOVANNI FOPPIANI\nDesigner e ricercatore presso l’Università Iuav di Venezia, si occupa di ecosistemi tecno-sociali. La sua ricerca si focalizza sulla sostenibilità digitale e sull’innova- zione sociale, con l’obiettivo di potenziare le capacità di comunicazione di brand, istituzioni pubbliche e organizzazioni del terzo settore ibridando metodi di service design e di design della comunicazione.

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Reframing // Fabrizio Secondo Saltori e Ivonne Dalla Torre

Descrizione progetto

Reframing è un progetto che nasce dei prodotti di scarto attraverso i linguaggi della fotografia e della grafica.\nTramite la costruzione di questo archivio, si esplorano le diverse situazioni legate ai rifiuti in Italia e nel mondo, coinvolgendo appassionati di fotografia in un viaggio visivo che va oltre le convenzioni ambientali.\nIl concept di Reframing si concentra sull’atto dello scatto e sulla sua successiva archiviazione, che, in maniera astratta, diventerà esso stesso “riciclaggio” dell’immondizia. Con questa azione si vuole portare una maggiore consapevolezza sulla gestione dei rifiuti e\nsensibilizzare le persone a essere più attente, stimolando la partecipazione di più utenti possibili alla realizzazione delle fotografie.\nReframing è stato creato nel 2023 e non è stato candidato in nessun altro concorso. Il progetto fino a questo momento non è ancora stato esposto in nessun luogo ne fisico ne digitale.

Concept:
Tra i vicoli stretti e le strade trafficate d’Italia, si snoda un problema che stride con l’atmosfera vivace delle città: la questione dei rifiuti. Qui, dove il ritmo frenetico della vita urbana si scontra con la disattenzione e l’indifferenza, emergono montagne di immondizie che raccontano una storia di negligenza e mancanza di consapevolezza ambientale.\nNei quartieri urbani, le strade diventano il palcoscenico di una lotta quotidiana contro la spazzatura che invade spazi pubblici e marciapiedi. Sacchetti di plastica ballano con il vento, lattine abbandonate si accumulano negli angoli delle strade,\ne l’odore acre di rifiuti in decomposizione è un costante compagno di chi vive e cammina tra gli edifici.\nLe strade diventano un contesto urbano contaminato dagli scarti, un paesaggio che racconta di una disconnessione tra la frenesia della vita moderna e l’importanza di preservare il nostro ambiente. In molti casi, le discariche a cielo aperto si infiltrano tra le case e gli\nspazi di socializzazione, creando una cornice desolata per una vita di comunità che lotta per emergere. La mancanza di sensibilizzazione e di una gestione efficace dei rifiuti si traduce in un impatto negativo diretto sulla qualità della vita dei residenti urbani.\nTuttavia, nelle strade trafficate si può anche percepire un sottotesto di resistenza. Gruppi di cittadini determinati si organizzano per pulire i loro quartieri, artisti di strada trasformano rifiuti in opere d’arte urbana, e iniziative di riciclo emergono come piccole fiamme di speranza.\nQueste iniziative dimostrano che, nonostante le sfide, c’è una volontà crescente di cambiare il corso della storia dei rifiuti nelle città italiane. La strada, il palcoscenico di questa lotta, diventa il luogo in cui la consapevolezza ambientale può sbocciare. È un richiamo al cambiamento, un invito a tutti coloro che camminano sulle strade d’Italia a considerare il proprio impatto sulla città e sull’ambiente circostante.\nSolo attraverso un impegno condiviso e un cambiamento di mentalità, le strade potranno tornare ad essere luoghi vibranti e pulsanti di vita, liberi dalla piaga dei rifiuti che minaccia la loro essenza.\nI linguaggi principalmente sperimentati sono stati la fotografia e la realizzazione progettuale dell’impaginato grafico.

Bio:
Ivonne Dalla Torre nasce a Trento il 19 gennaio 2001. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico Depero, indirizzo Grafica, prosegue gli studi presso l’Accademia Trentino Art Academy, specializzandosi in Graphic Design.\nAppassionata di creatività in tutte le sue forme, nel tempo libero si dedica all’uncinetto, alla pittura e alla lavorazione dell’argilla. Attualmente sta curando la parte grafica della mostra “Monstra – Una mostra prodigiosa”, che si terrà presso Le Gallerie di Piedicastello a Trento.\nCuriosa e sempre alla ricerca di nuove ispirazioni, esplora il mondo del design con entusiasmo e dedizione, sperimentando e approfondendo tecniche espressive diverse.\n\nFabrizio Secondo Saltori nasce a Trento il 25 settembre 2000. Dopo aver frequentato l’Istituto Artigianelli di Trento, indirizzo Grafica, prosegue gli studi presso l’Accademia LABA – Libera Accademia di Belle Arti. Durante il suo percorso accademico, ha l’opportunità di trascorrere un semestre presso LCI Barcelona grazie al programma Erasmus+, arricchendo così la sua formazione con un’esperienza internazionale.\nAffascinato dal mondo del Graphic Design, sviluppa un interesse particolare per il Type Design, ambito in cui concentra gran parte dei suoi studi e delle sue ricerche. Nel tempo libero ama dipingere e sperimentare nuove soluzioni tipografiche, esplorando l’intersezione tra arte e design.\nNel 2023, ha l’opportunità di realizzare la sua prima mostra, esponendo una serie di quadri ispirati alla tipografia sperimentale e una selezione di poster legati a esperienze personali. Sempre alla ricerca di innovazione e originalità, il suo approccio creativo si basa sull’esplorazione continua di nuove forme espressive e sulla sperimentazione di tecniche visive non convenzionali.

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Venerandomismo // Lorenzo Tirelli, Lorenzo Bet, Emilio Dalpane, Teresa Tiveron

Descrizione progetto

Il Venerandomismo nasce durante l’ultimo laboratorio magistrale all’Università Iuav di Venezia, con il tema Non c’è più religione. Il corso aveva come obiettivo la creazione di una nuova religione, sviluppandone l’identità visiva e l’allestimento a partire dal libro sacro. L’editoriale è stato completato il 14/02/2025.

Concept:
Il Venerandomismo è una religione basata sulla centralità assoluta del Random, unico principio capace di garantire equità, opponendosi alle strutture oppressive dell’uomo. La comunità si organizza senza gerarchie fisse: ruoli e gruppi vengono assegnati e rinnovati continuamente attraverso il Random, che si manifesta nell’ascolto del Rumore Cosmico.\nIl Libro Sacro è composto da quattro volumi di formati diversi, ottenuti tagliando un foglio A4 e rilegati ad anelli. Tra questi, il manuale del lavoro si declina in tre varianti, una per ciascun gruppo di lavoratori della comunità.\nLe immagini sono trasformate dal flowfield, una griglia di linee in rotazione casuale generate proceduralmente, espressione diretta della voce del Random. Ogni libro, eccetto i manuali, si apre e si chiude con tavole di flowfield a densità variabile, come se il Random si schiarisse la voce prima di comunicare il messaggio al fedele.\nAnche la tipografia riflette il Random: segue una griglia fissa, ma la giustezza dei paragrafi e le posizioni degli elementi ricorrenti vengono generate casualmente.

Bio:
Lorenzo Tirelli è un visual designer di Roma i cui interessi spaziano dalla comunicazione digitale al service design, dalla brand identity alla grafica editoriale. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Design del Prodotto e della Comunicazione presso l’Università Iuav di Venezia, sta attualmente completando la laurea magistrale in Design della Comunicazione Visiva presso lo stesso ateneo.

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