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Mostre

Il festival ha ospitato alcune importanti mostre nazionali e internazionali a Torino: dall’East Coast alla Polonia, dalla Gran Bretagna all’Italia, Torino Graphic Days ha proposto un percorso espositivo che ha attraversato diverse correnti e stili del visual design.

INGRESSO ​UP TO YOU!
L’ingresso al festival è a offerta libera: le donazioni dei visitatori verranno utilizzate per supportare le attività proposte dall’organizzazione e le future edizioni della manifestazione.

Vol.02 ► 12 — 15 Ott 2017dalle 9.30 alle 23.30Toolbox Coworking

Animal Spirit

Vorresti avere un brief di persona?
Vorresti incontrarci?
Conoscere meglio il mondo del brand Animal spirits?
Toccare gli oggetti creati?
O vuoi fare una prima esperienza Animal Spirits per capire come lavoriamo?

DAL 12 AL 15 OTTOBRE ANIMAL SPIRITS HA ALLESTITO UN TEMPORARY OFFICE DURANTE I TORINO GRAPHIC DAYS ospite speciale di Macstudio all’interno di Toolbox Coworking.
Siamo a disposizione per spiegare meglio tutto quello che non si capisce ma incuriosisce (si, lo sappiamo, è tanto), quello che non si può immaginare (non lo sai, ma è tanto). E anche per iniziare a co.progettare strategie insieme.

ORARI:
17-21 sabato
15-19 domenica

Franco Grignani - La complessità del segno elementare

Ritmo, tensione, vibrazione e armonia matematica. Franco Grignani ha saputo unire tutto questo – e non solo – in una produzione sconfinata.
Il suo è un segno elementare, originato da una rigorosa composizione di elementi. È un segno fatto di linee pulite, ma anche di distorsioni e alterazioni. È un segno sperimentale sapientemente declinato e applicato ad un’intera produzione.
Grignani ha saputo giocare con la sua arte dando vita a identità complesse, immagini dinamiche risultato dell’equilibrio fra forza interne ed esterne. Ha manipolato scientificamente la superficie creando una Gestalt “dinamica”, ha ricercato l’essenziale portando l’attenzione oltre i limiti dell’opera stessa.
Il suo segno elementare è diventato identitario e altamente connotato.
Il risultato è un’operato senza tempo, caratterizzato da un’eterna contemporaneità.

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a cura di: Manuela Grignani Sirtoli, Fabio Guida, Serena Sacchero

Print Club World

Il progetto nasce dalla semplice estensione e continuazione della linea che accomuna tutte le iniziative di Print Club Torino: l’idea di mettere in contatto realtà differenti come motore per creare di scambi sempre più eterogenei e, per questo, interessanti. Per la particolare occasione di Torino Graphic Days, Print Club Torino si è posto come punto di riferimento per la creazione di un network di laboratori di stampa artigianale simili tra loro, ma situati in diverse parti del mondo. L’obiettivo è quello di evidenziare i diversi approcci alle stesse tecniche di stampa, per valorizzarne le caratterizzazioni date da influenze artistiche e culturali riconducibili al luogo geografico. I laboratori che hanno aderito all’iniziativa hanno donato opere create da artisti locali (ponendo attenzione a valorizzare sia artisti emergenti, sia artisti più affermati) e stampate nelle loro strutture. Il risultato è uno sguardo sul mondo e sulle diverse culture attraverso l’arte della stampa artigianale.

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Print Club Torino, Ilaria Reposo, Fabio Guida, Flora Ferro

Eyes on Barcelona

La grafica nasce e si sviluppa come specchio delle tradizioni, della storia culturale artistica della società e del territorio in cui è radicata. Grazie alla sua apertura verso lo scambio interculturale, alla sperimentazione multilinguistica e all’innovazione, la comunicazione visiva viene utilizzata sempre di più come strumento sociale.
Barcellona, città multiculturale e dal respiro internazionale, ma allo stesso tempo legata alle proprie tradizioni, è uno dei poli in cui lo sviluppo di questo processo risulta più evidente.
La mostra EyesOn rappresenta alcuni dei valori della società catalana espressi attraverso una serie di progetti selezionati tra alcuni degli studi grafici di Barcellona più influenti del momento.

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Fabio Guida, Elena Dellapiana, Marialuisa Dubla, Mateo Vaccaro

Unconventional Mapping

Dall’epoca delle prime esplorazioni, gli esseri umani hanno progressivamente realizzato mappe sempre più dettagliate e accurate.
Le mappe ci aiutano ad orientarci nel mondo in cui viviamo, a trovare la nostra destinazione e ci indicano i luoghi e le storie del territorio che desideriamo conoscere. La mostra vuole essere una riflessione sull'evoluzione del concetto di mappa e di rappresentazione grafica del territorio, presentando oltre 30 mappe illustrate di altrettanti artisti nazionali e internazionali.
Mentre Google Maps e i sistemi GPS ci guidano quotidianamente, le mappe vere e proprie sono diventate piattaforme per il design d'avanguardia, per la visualizzazione sperimentale dei dati e di fatto un nuovo sistema di narrazione visiva personale. Le mappe illustrate sono vere e proprie opere grafiche realizzate da cartografi e designers, nazionali e internazionali, che hanno deciso di aderire al progetto per far conoscere al pubblico il valore di questa forma d’arte non convenzionale.

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Un progetto di: Plug, Giusti Eventi, Print Club Torino.
In collaborazione con: Cooperativa Orso, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
Con il supporto di: Marco Polo.
Con il patrocinio di: Circoscrizione 3, Urban Center.

ME & EU

Me & Eu è una collezione di cartoline illustrate da artisti inglesi al fine di essere spedite in tutta Europa per diffondere il messaggio di coesione a seguito del referendum europeo.
L’obiettivo del progetto è quello di estendere e costruire un senso di unione basato sulla consapevolezza e sulla volontà di tener vivo un dialogo che vada ben oltre i dibattiti politici.
Il progetto è stato presentato nel giugno del 2016 dai graphic designer Nathan Smith e Sam T. Smith, invitando, con un brief aperto, tutte le menti creative a mettersi in gioco. Più di 100 creativi hanno risposto alla call, fra cui Craig Oldham, Patrick Thomas, Jim Sutherland, NB Studio, Catalogue, Kesselskramer.
A partire dal momento in cui è stata presa la decisione di fare ricorso all’articolo 50, le cartoline progettate sono state spedite ad una selezione di studi e creativi, appartenenti a tutti i 27 paesi membri dell’Unione Europea, con l’obiettivo di aprire un dialogo internazionale e favorire un clima di collaborazione.

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A cura di: Nathan Smith e Sam T. Smith.

Lubalin Center

Inaugurato nel 1985, il Centro Studi nasce con l’obiettivo di preservare una risorsa senza precedenti: la vasta collezione di lavori di Herb Lubalin. La volontà è quella di offrire alla comunità “del design”, e non solo, un omaggio al talento di Lubalin e un’occasione per studiare le sue opere innovative. La mostra presenta una selezione della collezione, che include anche il lavoro di altri celebri designer come Otl Aicher, Ruedi Baur, Anthon Beeke, Lucian Bernhard, Lester Beall, Will Burtin, Lou Dorfsman, Karl Gerstner, Tibor Kalman, Alvin Lustig, The Push Pin Studios, Paul Rand, Bradbury Thompson, Massimo Vignelli e molti altri. Il centro ospita, inoltre, una biblioteca di libri e riviste dedicate al design e alla tipografia e una considerevole collezione di poster.

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Una selezione a cura di: Alexander Tochilovsky.

Nudi o vestiti ?

Il progetto Nudi o Vestiti? Comunicare con il packaging è nato nel 2013 con l’intento di raccontare il packaging e il suo ruolo comunicativo attraverso la lente della sostenibilità ambientale. Il progetto nasce all’interno del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino con il fine di: divulgare le ricerche dell’Osservatorio dell’EcoPackaging (OEP); promuovere una lettura critica del packaging dal punto di vista comunicativo e funzionale; raccontare il packaging design mediante mostre, seminari e media digitali; catalogare costantemente good practices esistenti in tutto il mondo.
La mostra, che nella versione permanente presenta oltre 70 buone pratiche sostenibili di packaging provenienti da tutto il mondo, organizzati secondo 8 eco-guidelines, in occasione della seconda edizione di Torino Graphic Days, presenterà una selezione dei più interessanti packaging innovativi e sostenibili che mostrano le molteplici possibilità con cui il packaging può essere progettato, con un focus particolare sulla grafica.

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A cura di: Silvia Barbero, Paolo Tamborrini.
Con Agnese Pallaro, Amina Pereno, Chiara Remondino, Eleonora Fiore.

Graphic Designers in Milan 1946–67

Nel 1960, alla The Composing Room’s Gallery 303 di New York ospitò la mostra curata da Max Huber, Dieci designer da Milano.

Rimasti colpiti dall’esposizione, i fondatori di Display, Greg D’Onofrio e Patricia Belen, hanno riunito alcuni pezzi originali progettati da graphic designer milanesi attivi tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il Boom economico degli anni ‘60.
Lo spirito moderno della città di Milano, che si contraddistinguevaì per la mentalità aperta e per il clima intellettuale, riuscì ad attrarre i designer più rilevanti del panorama europeo, mettendoli in contatto con alcune tra le aziende più all’avanguardia dell’epoca come Pirelli, Olivetti, La Rinascente, Domus, Roche Dompé Pharmaceutical, Alfieri & Lacroix.
Gli stili iconici di questi progettisti hanno consolidato le basi del linguaggio grafico di oggi e probabilmente di domani.


DESIGNER
I designer protagonisti sono: Aldo Calabresi (Studio Boggeri), Giulio Confalonieri & Ilio Negri (Studio Industria), Franco Grignani, Max Huber, Lora Lamm, Enzo Mari, Pino Milas, Bruno Munari, Remo Muratore, Bob Noorda, Giovanni Pintori, Albe Steiner, Pino Tovaglia, Massimo Vignelli e Heinz Waibl.

Crediti

A cura di Display, Graphic Design Collection – piattaforma di ricerca e scoperta della storia del graphic design.

Il "valore" della grafica

“I soldi si fabbricano al Policlinico dello Stato.”
Totò, La banda degli onesti, 1956

La banconota, emblema per eccellenza dello scambio e della comunicazione ma soprattutto dell’economia, è uno dei prodotti stampati più interessanti e pregevoli date le sue caratteristiche grafiche e simboliche. Usata generalmente come merce di scambio e come pagamento di beni e servizi, la banconota può anche essere percepita come un oggetto da collezionare e scoprire, ricco di valore estetico per la precisione del tratto e l’armonia d’insieme. Le sue peculiarità, che ne contraddistinguono la preziosità, sono quindi bellezza, riconoscibilità, autenticità ed unicità.
L’obiettivo della mostra Il valore della grafica è quello di svelare e rendere percepibili, attraverso l’esposizione di fotografie realizzate al microscopio, alcuni elementi di differenti banconote, quali la trama sottile e i colori precisi. Come se queste caratteristiche nascoste possano essere in grado di attribuire, oltre che ad un al valore simbolico, anche un valore artistico.

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A cura di: Stefano Cento.

Il volto e la maschera

"Nascondi chi sono, e aiutami a trovare
la maschera più adatta alle mie intenzioni"
Macbeth, atto III, scena II

Amleto, Ubu Re, Sei personaggi in cerca d’autore, La cantatrice calva… Non c’è grande opera della storia del teatro che non sia stata interpretata dalla creatività della scuola grafica polacca, un movimento artistico capace di spaziare tra tecniche pittoriche e soluzioni digitali.
Se la tradizione del manifesto d’autore ha conosciuto l’apice negli anni in cui in Polonia la morsa del regime comunista si faceva più stretta, con l’avvento della democrazia questa spinta creativa non si è esaurita, ma ha continuato a produrre opere che catturano lo sguardo del passante distratto come dell’appassionato d’arte.
Attraverso il gioco dei colori e la sua composizione, il manifesto arricchisce l’esperienza del teatro invitando l’osservatore a prestare attenzione alla scena per poi tornare davanti al poster e decifrarlo. Non solo carta stampata, ma veri e propri “ritratti”. Le opere che compongono l’esposizione mostrano come il poster polacco intrattenga un rapporto con la fisionomia umana, come se la superficie stessa del manifesto fosse un palco su cui allestire una bizzarra galleria di visi.

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A cura di Giulia Randone e Armando Buonaiuto.
I manifesti provengono dalla collezione di Krzysztof Dydo, che ne ha fatto dono alla Comunità Polacca di Torino.

Drawjob

Il porno spiegato da 22 illustratori, 6 scrittrici e 2 esperti

Drawjob è un sottile gioco di parole che unisce, con irriverenza, due mondi apparentemente distanti, senza volgarità.
21 categorie del mondo dell’eros, illustrate e raccontate con ironia, leggerezza e provocazione dai nomi di punta dell’illustrazione e della scrittura italiana. Il progetto è diventato man mano una vera collettiva, ha coinvolto illustratori, scrittrici e due esperti, Marco Rossi, psichiatra e sessuologo, e Franco Trentalance, scrittore ed ex attore hard, dando vita a un dialogo artistico sull’eros e sul mondo erotico.
A ciascun illustratore è stata assegnata una parola che rappresentasse una pratica erotica: Animal, Threesome, Double Treath sono alcune delle categorie raffigurate senza costrizioni, ma a una sola condizione: non disegnare in modo esplicito l’atto sessuale.
Il risultato? 22 illustrazioni diversissime ed eterogenee tra loro, accompagnate dalle parole di 6 autrici, che creano un vero dialogo tra testi e immagini.

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Realizzata da Tapirulan, nata da un’idea di Chiara Fedele, Gianluca Folì, Riccardo Guasco e Francesco Poroli.

Be My Cover - Penguin Random House

Il design di copertina negli ultimi 10 anni in 100 libri della Penguin Random House

Progettare la copertina di un libro è un mestiere meticoloso e occupa un’area ben definita del mondo della grafica. Le copertine dei libri sono oggetti più “quotidiani” rispetto a molte altre applicazioni grafiche, incidendo sulla comunicazione culturale e visiva del proprio tempo, la qualità del progetto contribuisce a definire la contemporaneità, oltre a essere uno strumento commerciale.
Quella in mostra è una selezione discrezionale delle migliori tra migliaia di copertine che ogni anno Penguin Random House commissiona e produce, attraverso le sue case editrici. Alcune di queste in particolare hanno una viva tradizione di attenzione all’eleganza e innovazione grafica delle loro copertine. Il book cover designer forse più noto al pubblico, Chip Kidd, lavora da quasi trent’anni per la Random House: il gruppo editoriale associato nel 2013 con lo storico brand inglese Penguin, ha dato vita al colosso Penguin Random House, in una galassia che include circa 200 marchi editoriali.

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A cura di Roberto Maria Clemente con Fabrizio La Rocca
Un progetto di FFLAG (Archicura, Bellissimo and the Beast, WNA) con
Paolo Berra, Marta Della Giustina, Sara Maragotto e Giuliano Tedesco.

And much more very very soon