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In un momento segnato da grandi tensioni, questa nuova edizione della mostra We Mix Design and People indaga il ruolo del design come pratica di cura, prossimità e atto d’amore.

We mix design and people Vol.4

8 - 18 maggio 2025

Exhibition

La mostra, co-curata da Cristian Campagnaro e Sofia Scognamillo del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, ha ospitato dieci progetti che esplorano ambiti e approcci differenti, perseguendo precisi obiettivi di impatto sociale. Lotta alla discriminazione e alla violenza, promozione di una cittadinanza attiva, tutela dei diritti e del futuro delle persone con disabilità, sostenibilità ambientale: ciascun progetto ha raccontato, a suo modo, il design come atto d’amore e di giustizia sociale. Progettistə da tutto il mondo hanno preso parte alla mostra: uno osservatorio temporaneo sugli approcci del social design contemporaneo.

#KidsVsDomesticViolence è il progetto di comunicazione e sensibilizzazione dello studio creativo Red Dog per Barnardos, organizzazione benefica per l’infanzia in Irlanda. Attraverso il diretto coinvolgimento di bambine e bambini nella progettazione di slogan e visual, Red Dog ha sviluppato una campagna multicanale di portata nazionale. Dai supporti fisici come sticker e spille, a quelli informativi come video promozionali fino alle cartoline – ideate per essere realmente scritte e inviate al presidente irlandese – il progetto ha seguito un processo bottom-up, ampliando la voce di una fascia d’età fragile.

Sviluppato dalla visual communicator e designer Carola Ureta Marin, La Ciudad como Texto cattura la memoria incisa sui muri dell’Alameda – la strada principale di Santiago trasformata in palcoscenico simbolico della Rivolta Sociale cilena. La designer ha creato un percorso visivo digitale e cartaceo che ripercorre gli slogan, i disegni, i codici e le notizie che hanno trasformato le facciate della via. L’opera invita a percorrere questo tragitto visivo e interpretare il “testo-città” in modo personale, facendo vivere l’energia di una società in movimento.

In che modo il design può trasformare il modo in cui impariamo e cresciamo? ST-DUO ha esplorato questa domanda in collaborazione con la compagnia di danza inclusiva Misiconi, utilizzando il design per ripensare l’insegnamento, l’apprendimento e l’autonomia nella formazione della danza. La pubblicazione A New Way to Grow presenta il laboratorio Design Thinking ≠ Doing!, offrendo nuove prospettive sull’apprendimento, la valutazione e l’educazione inclusiva, con applicazioni che vanno ben oltre lo studio della danza, toccando scuole, spazi creativi e ambienti educativi di ogni tipo.

Il Feminist Tech Card Deck è un supporto formativo e informativo per immaginare in maniera collaborativa futuri digitali giusti e inclusivi. Il mazzo di carte permette di avviare conversazioni e facilitare l’esplorazione dei Principi Tecnologici Femministi, attivando il confronto tra le persone e portando allo sviluppo di nuove narrazioni e principi. Sviluppato dall’organizzazione indipendente SUPERRR Lab, il progetto è sostenuto dal programma “Reducing Inequalities Through Intersectional Practice” della Robert Bosch Stiftung.

Ideato dalla designer, scrittrice e editrice Kaiya Waerea e lo studio di graphic design Converger, On Crip Time è un’esplorazione collettiva su come i sistemi temporali imposti impediscano alle persone disabili di accedere al futuro. Diagrammi di vite vissute e considerate invivibili, tappeti da preghiera, poster, mappe temporali e manifesti: la pubblicazione è una raccolta di visualizzazioni grafiche e concettuali sviluppate durante un laboratorio partecipativo con professionisti e professioniste nel settore assistenziale per la disabilità.

Creato dall’agenzia BETC Paris per l’app francese di ride-hailing Heetch, Greetings From La Banlieue si concretizza in un set di immagini correttive per influenzare positivamente il database di Midjourney e scardinare i pregiudizi sui sobborghi intorno a Parigi. Oltre 50.000 cartoline con foto reali, gradevoli e quotidiane delle banlieue sono state inviate all’azienda californiana: sul retro uno spazio per un messaggio personale e un QR code collegato al nuovo database di immagini. L’azione di coinvolgimento ed empowerment locale ha portato ad integrare il nuovo set di foto, eliminando gli stereotipi dalla piattaforma.

Ideato da Kris De Decker e curato da Laia Comellas e Marie Verdeil, Low-tech Magazine è una piattaforma digitale e fisica che applica rigorosamente i principi di sostenibilità al settore dell’informazione. Il progetto si compone di un sito web dal design essenziale, a basso consumo energetico ed alimentato da energia solare, ed una pubblicazione cartacea, che in poco più di 600 pagine costituisce l’archivio fisico del sito stesso. Attraverso il ridimensionamento e un’impaginazione improntata alla riduzione di spazio e parole, la pubblicazione è un manifesto dell’editoria sostenibile. 

Il McGonagle® Reader è un sistema di voto accessibile con navigazione touch e supporto audio, progettato per garantire un voto autonomo, sicuro e segreto, soprattutto a persone cieche, ipovedenti, con disabilità cognitive o non fluenti nella lingua locale. Sviluppato da Pakflatt® dopo una sentenza dell’Alta Corte del Regno Unito nel 2019, il prodotto risponde alle nuove norme del UK Elections Act 2022 che richiedono soluzioni di voto inclusive. La fase di sviluppo ha previsto un ampio processo di test con utenti finali, in particolare con persone cieche e ipovedenti.

BelMondo è un progetto culturale indipendente che nasce all’interno del percorso di La Rivoluzione delle Seppie, un collettivo internazionale di giovani professionisti e professioniste che opera in Calabria per rigenerare spazi marginali, restituendone funzione, significato e capacità relazionale. Nato come esperimento collettivo, INK36 indaga gli immaginari visivi, simbolici e narrativi legati al progetto, proponendosi come strumento di documentazione e riflessione: una piattaforma editoriale aperta, che accompagna e amplifica il processo culturale di BelMondo.

I nomi delle strade non sono elementi neutri: riflettono valori culturali, scelte politiche e influenzano la costruzione della memoria collettiva. La piattaforma Mapping Diversity nasce per interrogarsi su chi è visibile e chi resta invisibile nell’onomastica dell’Europa contemporanea. Attraverso dati aperti e una narrazione visiva coinvolgente, il progetto permette di esplorare il divario di genere nella toponomastica che ci circonda e definisce i nostri luoghi. Mapping Diversity è un progetto di OBC Transeuropa e Sheldon.studio per EDJNet.