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Il design può far bene? Una selezione di progetti di social design per promuovere una riflessione su temi d’attualità.

Corrente n.0 – Social design

Corrente è una fanzine che affronta la contemporaneità, al corrente delle questioni più scottanti e che come la corrente del fiume non starà ferma, ma toccherà argomenti diversi, con un approccio plurale, aperto alle contaminazioni e alle tante correnti di pensiero. Una fanzine che, talvolta, come la corrente elettrica, darà una piccola scossa per ricordare che certi temi non sono più procrastinabili, anche se questo significa andare contro corrente.

Il design può far bene?

 

“There are three responses to a piece of design – yes, no, and WOW! Wow is the one to aim for.”

Con queste parole Milton Glaser, il creatore di uno dei loghi più famosi e iconici della storia, il logo della città di New York, definisce il visual design. Colori, forme, tipografia e immagini catturano l’attenzione e aiutano ad avvicinare il pubblico e a trasmettere un messaggio.

 

Nelle mani di chi si occupa di social design, il visual design diventa il mezzo con cui creare contenuti accessibili, semplificando concetti complessi e realizzando narrazioni efficaci, e con cui avviare un dialogo con la comunità, favorendo il coinvolgimento attivo e stimolando una riflessione su temi d’attualità. Non solo informazione quindi, ma anche partecipazione.

 

Con questo spirito nasce Corrente, una fanzine che affronta la contemporaneità, al corrente delle questioni più scottanti e che come la corrente del fiume non starà ferma, ma toccherà argomenti diversi, con un approccio plurale, aperto alle contaminazioni e alle tante correnti di pensiero. E che, talvolta, come la corrente elettrica, darà una piccola scossa per ricordare che certi temi non sono più procrastinabili, anche se questo significa andare contro corrente.

 

Dal cambiamento climatico alle questioni LGBTQAI+, dal cyberbullismo alle fake news, dal multiculturalismo alle politiche per lo spazio pubblico: sono solo alcune delle tematiche che in queste pagine saranno affrontate da Graphic Days®, il progetto internazionale che racconta il visual design a 360 gradi e le sue contaminazioni attraverso un festival annuale e attività formative e culturali durante tutto il corso dell’anno in collaborazione con il laboratorio di stampa creativa Print Club Torino.

 

Corrente è realizzata insieme allo young board di Graphic Days®, un gruppo di studenti e studentesse appassionatə di visual e social design, che affiancano il team di Graphic Days® nella ricerca e individuazione delle questioni più scottanti, all’ordine del giorno nel dibattito pubblico. L’attività della redazione si svolge all’interno della biblioteca Geisser appena riaperta e trae ispirazione dal ricco patrimonio di riviste consultabili nelle biblioteche civiche torinesi. Spunti e riflessioni che speriamo ogni lettore e ogni lettrice vorrà approfondire nella propria biblioteca di quartiere. 

 

La biblioteca Geisser però non sarà solo il luogo in cui si svilupperanno le idee, ma anche dove queste si trasformeranno in realtà: la fanzine infatti, realizzata con la tecnica Risograph, verrà stampata, tagliata e rilegata direttamente negli spazi della biblioteca, dove sarà possibile anche prendere parte ad attività laboratoriali. In particolare, ogni numero accoglierà l’attività di ricerca sul tema svolta da una classe scolastica, come esito di un percorso sviluppato negli spazi della Geisser.

 

Graphic Days®

We mix design and people

 

Ogni grande trasformazione è l’esito di tante piccole variazioni individuali, apparentemente insignificanti così come i granelli di sabbia negli ingranaggi. Ed è all’individuə che si rivolgono i e le social designer quando affrontano questioni sociali per stimolare un cambiamento nella società. 

 

Uno dei temi all’ordine del giorno è il clima: che il riscaldamento globale sia realtà forse è un dato scontato per moltə, che ognunə debba fare la propria parte un po’ meno. Il font Climate Crisis creato dal quotidiano finlandese Helsingin Sanomat nasce pertanto con l’intento di responsabilizzare la collettività sullo scioglimento dei ghiacciai. 

Oltre che sulle cause, occorre poi ragionare sulle conseguenze: una prima azione concreta alla portata di tuttə è la creazione di una casa per le api per salvaguardare una delle tante vittime del cambiamento climatico.

 

Vorremmo non fosse più un tema, ma così non è: il diritto all’aborto è oggetto di una campagna di sensibilizzazione che è stata realizzata in un luogo insolito, i bagni pubblici dei locali di Chicago.

Il social design interviene anche nella trasformazione degli spazi urbani: è quanto è avvenuto nelle strade di Barcellona e negli edifici di Iztapalapa dove interventi di arte pubblica e urbanismo tattico hanno ridisegnato parti della città e proposto nuovi utilizzi per la comunità.

 

Spesso bistrattata, la tecnologia può rappresentare una risorsa importante per chi soffre di alcune patologie; l’app Lungy progettata dallo studio Pi-a aiuta ad affrontare disturbi del sonno o dovuti all’eccesso di stress e l’app Fingerspelling.xyz riduce l’isolamento di chi soffre di sordità. Talvolta, invece, bastano piccole accortezze, come ad esempio utilizzare il font Comic Sans per migliorare la leggibilità per chi è affettə da dislessia.

 

Infine, chiudiamo questa carrellata di progetti con l’intervista della designer Giorgia Lupi, che sottolinea l’importanza di riportare attenzione sulle persone che si nascondono dietro i numeri, un aspetto cruciale del social design, che si può sintetizzare con il claim di Graphic Days®: we mix design and people.

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La top five dello Young Board

 

L’integrazione è alla base dell’iniziativa Talking Hands promossa a Treviso dal graphic designer Fabrizio Urettini che dal 2016 lavora con immigratə e richiedenti asilo e che ha portato allo sviluppo di inediti networks relazionali e collaborazioni importanti con il tessuto imprenditoriale.  

 

Si rivolge ad un’altra fascia debole, quella dei senza fissa dimora, il progetto dello studio Reed Watts Architects che ha ideato minuscole unità abitative provvisorie da allestire all’interno di spazi in disuso, in contrapposizione alla tendenza di alcune metropoli di ricorrere all’architettura ostile, per allontanare migranti e clochard dal centro patinato delle città.

 

Il social design aiuta anche ad affrontare stereotipi e tematiche che sono escluse dal discorso pubblico; un esempio brillante è la serie di progetti della designer Hedieh Anvari volti a proporre nuovi punti di vista sul ciclo mestruale.

 

La consapevolezza dell’importanza della qualità dei luoghi di lavoro per il benessere individuale e collettivo è ampiamente diffusa; lo dimostra la nascita a Milano di nuovi spazi che superano il concetto di co-working per definirsi “pro-working”, con salotti verdi, postazioni personalizzabili e flessibili, rooftop e terrazze che favoriscono la condivisione e la socialità.

 

Infine, un tema all’ordine del giorno: l’ambiente. Una mostra raccoglie 50 anni di poster per esplorare l’efficacia della propaganda stampata, o forse, visto l’aggravarsi della crisi climatica, la sua inefficacia.

Torino accende le Luci sulla Geisser e parco Michelotti

 

Torino riaccende le Luci sulla Biblioteca civica Alberto Geisser che, chiusa da gennaio 2020, riapre le sue sale per offrire a cittadine, cittadini e a chi visita la città un ricco programma artistico e culturale che coinvolge sia lo spazio esterno, con una Luce d’Artista e una grande video installazione nel parco Michelotti, sia gli interni con un’ampia mostra fotografica, cui seguiranno attività creative e formative ad affiancare quelle tradizionalmente dedicate allo studio, alla lettura e all’aggregazione. 

La Geisser, come viene comunemente chiamata, è intitolata al banchiere e imprenditore torinese di origini svizzere Alberto Geisser (1859-1929), impegnato in importanti attività filantropiche, fondatore delle biblioteche circolanti a Torino e, nel 1907, del Consorzio delle biblioteche. Essa fu la prima sede decentrata della Biblioteca civica Centrale, sorta in un edificio degli anni Cinquanta immerso nel verde di parco Michelotti, un tempo ospitante la sede sportiva dell’Associazione provinciale Macellai, cui è dedicato l’affresco di Giacomo Soffiantino. Dopo importanti lavori di rifunzionalizzazione energetica e di ristrutturazione, la biblioteca riapre al pubblico con l’avvio di nuovi servizi oltre a quelli di base e l’attivazione di laboratori di produzione di contenuti creativi.

La sede si sviluppa su 1200 mq, con posti di lettura al tavolo e sedute informali, un’area bambini con Spazio 0-6, libri e giornali per tutte le tipologie di pubblico, uno Spazio Incontri e due sale per laboratori.

Per il progetto di riapertura la Città ha coinvolto la Fondazione Torino Musei e la Fondazione per la Cultura, con Luci d’Artista e l’opera di Luca Pannoli L’amore non fa rumore nell’area verde che affaccia sulla biblioteca e uno dei Progetti Speciali di Artissima 2023, che porta un importante videoinstallazione dell’artista brasiliano Jonathas de Andrade sulla facciata dell’edificio che ospitava la Casa delle giraffe e degli elefanti dell’Ex Giardino Zoologico. Negli spazi interni della biblioteca, a partire dal 26 ottobre, i servizi di base di lettura e prestito di novità editoriali e le proposte per bambini saranno affiancati dalla mostra collettiva All These Fleeting Perfections a cura di Domenico Quaranta, prodotta da Exposed. Torino Foto Festival, in collaborazione con Artissima. A seguire sarà attivato un laboratorio redazionale destinato agli under 35, con mostre e altre attività nell’ambito del graphic design. In particolare, negli spazi della biblioteca sarà realizzata la fanzine Corrente da Graphic Days e Print Club Torino per affrontare l’attualità attraverso la chiave di lettura offerta dai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030.

La scelta di aprire gli spazi con attività culturali e artistiche che accompagnano l’attività della biblioteca, consentirà dunque di raccogliere sollecitazioni e spunti da parte del pubblico. 

Un nuovo modello di biblioteca territoriale che nasce dal percorso finora sviluppato con la Divisione Trasformazioni Periferie, Beni Comuni e Rigenerazione Urbana e il Servizio Giovani della Città di Torino, che vuole rendere le biblioteche pubbliche più permeabili, integrate e partecipate, per rispondere a nuovi bisogni e accendere nuovi desideri. La sfida è far diventare le biblioteche un progetto culturale aperto, pienamente condiviso con la cittadinanza, sempre connesso con la città.

 

 

Cecilia Cognigni
Dirigente Servizio Biblioteche

Libri

 

Socio-social-design. Ediz. illustrata di Matteo Moretti, Corraini, 2019

 

Social Design Cookbook di Attila Bujdosó, autoprodotto, 2019

 

Plant revolution: le piante hanno già inventato il nostro futuro di Stefano Mancuso, GEDI, 2022

 

25 modi per piantare un chiodo: sessant’anni di idee e progetti per difendere un sogno

di Enzo Mari, Mondadori, 2011

 

Storia del Mediterraneo in 20 oggetti di Amedeo Feniello e Alessandro Vanoli, Laterza, 2018

Documentari

 

Cas Holman: Design for Play, regia di Elizabeth Chai Vasarhelyi, documentario, 45’, 2019, Netflix

 

Minimalism: a documentary about the important things, regia di Matt D’Avella, documentario, 78’, 2015, YouTube, Netflix

 

The happy film

regia di Hillman Curtis, Ben Nabors e Stefan Sagmeister, documentario, 93’, 2016, Vimeo

 

The Man Who Designed Spain

regia di Andrea Gutiérrez Bermejo e Miguel Larraya, documentario, 81’, 2019, Mubi

 

L’uomo che rubò Banksy

regia di Marco Proserpio, documentario, 90’, 2018, RaiPlay

 

NTS: Wonderful Waste – How UK Designer Turns Waste into Stylish Furniture

regia di Colin Chee, documentario, 13’, 2023, Youtube